Hébert chiede l'esecuzione del re (1792)

A novembre 1792 scrive il giornalista Jacques Hébert Le Père Duchesne, ha chiesto l'esecuzione di re Luigi XVI:

«Pensa, dannazione, quanto siamo circondati da falsi fratelli. Tutti i cospiratori non erano a Orleans e all'Abbazia; i loro complici sono ancora in mezzo a noi.

Questi uomini degni ... abitano ancora a Parigi. Sono nascosti da un'altra maschera; ma in fondo respirano solo sangue e massacro. Non c'è un buon cittadino che non abbia uno di questi cattivi angeli alle calcagna, che lo avvelena con i suoi consigli mentre aspetta la sua occasione per affondargli un pugnale nel cuore ...

Sì, maledizione, il traditore Louis, chiuso come un gufo nella torre del Tempio, non sarebbe così compiaciuto se non avesse un seguito forte a Parigi. Già, dannazione, hanno provato più di un attacco a sorpresa per liberarlo. Le cortigiane, che si intrufolano ovunque, più di una volta sono entrate in quella famosa torre ingrassando la zampa di alcuni dei suoi guardiani.

È una fortuna che abbiamo alcuni tipi robusti alla Comune, che hanno gli occhi dappertutto e che sanno tutto quello che sta succedendo. Senza i nostri agenti, maledizione, quella covata di tom ululanti sarebbe partita per Coblenza molto tempo fa.

Non deve accadere che il più grande mascalzone che sia mai stato dovrebbe rimanere impunito. È positivo che il popolo sovrano si abitui a giudicare i re. Oh che bella giornata, come mi sarei abbracciato di gioia se i nostri eserciti vittoriosi avessero ripulito tutti i briganti incoronati. Se il mandarino di Prussia e il piccolo twerp austriaco, incatenati come bestie selvagge, fossero stati trascinati a Parigi da Dumouriez!

Che spettacolo splendido vedere tre ghigliottine disposte in fila con la testa arrapata di Capeto panciuto, e quelle di Federico e Francesco, trattenute nella trappola e pronte a cadere una volta sola! "