La legge dei sospetti (1793)

La legge dei sospetti, approvata dalla Convenzione nazionale nel settembre 1793, ordinò l'arresto di persone sospettate di opporsi alla rivoluzione:

“1. Immediatamente dopo la pubblicazione del presente decreto, tutti gli indagati nel territorio della Repubblica e ancora in libertà, saranno posti sotto custodia.

2. Sono considerati sospetti:

io. quelli che, con la loro condotta, associazioni, commenti o scritti si sono mostrati partigiani della tirannia o del federalismo e nemici della libertà;

ii. coloro che non sono in grado di giustificare, secondo le modalità previste dal decreto del 21st di marzo, i loro mezzi di esistenza e l'esercizio delle loro funzioni civili;

iii. quelli ai quali sono stati rifiutati i certificati di patriottismo;

iv. i dipendenti pubblici sospesi o espulsi dalle loro posizioni dalla Convenzione nazionale o dai suoi commissari e non reintegrati, in particolare quelli che sono stati o devono essere licenziati in virtù del decreto di agosto 14;

v. quegli ex nobili, insieme a mariti, mogli, padri, madri, figli o figlie, fratelli o sorelle e agenti degli emigrati, che non hanno costantemente dimostrato la loro devozione alla Rivoluzione;

vi. coloro che sono emigrati tra il 1 luglio 1789 e la pubblicazione del decreto del 30 marzo, anche se possono essere tornati in Francia entro il termine stabilito da tale decreto ...

I Comitati di sorveglianza istituiti in conformità con la legge dell'ultimo marzo 21 sono responsabili dell'elaborazione di elenchi di sospetti, dell'emissione di mandati di arresto nei loro confronti e della messa in isolamento dei documenti.