Clemenceau chiama France to arms (1914)

A seguito dell'invasione tedesca del Belgio e della Francia, il leader francese Georges Clemenceau ha emesso la seguente chiamata alle armi nell'agosto 1914:


Guglielmo II l'ha voluto. Il cannone deve parlare. L'ambasciatore tedesco ha deciso di partire, stanco di aspettare a Parigi atti di violenza che non si verificano. Conosci i motivi ufficiali della sua partenza? È che un aviatore francese avrebbe lanciato bombe su Norimberga. In un linguaggio cortese il signor Viviani rispose che questa era una menzogna, sebbene fosse fin troppo vero che una truppa tedesca era entrata nel nostro territorio e aveva ucciso un soldato francese; e l'Ambasciatore, non trovando nulla da dire, se ne andò solo per tornare pochi minuti dopo a riparare una lieve omissione. Si era dimenticato di consegnare al ministro una dichiarazione di guerra. Non si può pensare a tutto in una volta ...

L'Inghilterra, sia detto in suo onore, non ha esitato. La Germania ha avuto molti amici, anche in posti importanti del governo britannico, e non si è tirata indietro di fronte a qualsiasi metodo volto a impressionare l’opinione pubblica del Regno Unito. Tuttavia gli statisti inglesi, e lo stesso popolo inglese, hanno una visione troppo chiara dei propri interessi, coincidenti in ogni punto con quelli della civiltà europea, perché possano pensare di rifugiarsi miseramente in una politica dell'attesa. Tutta questa nazione è composta da uomini che possiedono peculiarmente quella qualità superiore di conoscere la propria volontà e di agire una volta che hanno parlato. Non si abbandonano agli entusiasmi, come talvolta accade a noi, ma avanzano passo dopo passo con cautela ed è più facile ucciderli che respingerli. Del resto era loro impossibile fare, in così poco tempo, più di quanto abbiano fatto nel tempo in cui ogni dissimulazione è scomparsa dalle intenzioni della Germania.

Con una prudenza che nessuno può rimproverare loro, esaurirono faticosamente le ultime possibilità di pace, senza mai lasciarsi intrappolare dalle fallaci proposte dell'ambasciatore tedesco. Hanno vigilato attentamente sulla loro libertà d'azione in caso di sviluppi di cui nessuno può calcolare le conseguenze. Ma la Germania non ha lasciato loro la possibilità di preservare a lungo questa libertà, ed essi hanno subito dimostrato che la loro decisione, una volta necessaria, non sarebbe stata ritardata…

Contro che cosa è questa rivolta di tutti, questa ribellione della coscienza umana, questa insurrezione di idee? Contro un teutonismo [mentalità tedesca] delirante nella megalomania, ambizioso di realizzare ciò che Alessandro, Cesare, Napoleone non potevano realizzare: imporre a un mondo che desidera essere libero dalla supremazia dell'acciaio. Non è una cosa per la nostra epoca; gli uomini ne hanno sofferto troppo. L'idea moderna è il diritto di tutti, e la vittoria per noi non può significare oppressione, anche per coloro che hanno combattuto contro di noi, poiché la Germania ha valorosamente conquistato, come tanti altri stati, il suo legittimo posto nel mondo, e da allora, se noi Combattiamo l'arroganza della tirannia, non è per abbracciarla a nostra volta.

E ora alle armi, tutti noi! Ho visto piangere tra coloro che non possono andare per primi. Verrà il turno di tutti. Non ci sarà un figlio della nostra terra che non prenderà parte a questa enorme lotta. Morire non è niente. Dobbiamo vincere. E per questo abbiamo bisogno del potere di tutti gli uomini. Il più debole avrà la sua parte di gloria. Vengono momenti, nella vita dei popoli, in cui passa su di loro una tempesta di azioni eroiche.

Georges Clemenceau
Agosto 5th, 1914