Marat condanna i decreti di agosto (1789)

Nel settembre 1789, sei settimane dopo i decreti di agosto che abolivano formalmente il feudalesimo in Francia, il giornalista radicale Jean-Paul Marat li condanna come misura di autoprotezione:

“Senza dubbio i ripetuti atti di giustizia e benevolenza, dettati dall'umanità e dall'amore del nostro Paese che ha voluto manifestarsi, devono suscitare la massima ammirazione degli spettatori; e con questi atti di generosità che gareggiano per superarsi, l'entusiasmo deve rasentare l'incanto.

È stato davvero così? Non dobbiamo negare la virtù, ma non dobbiamo essere accolti. Se è davvero la buona volontà a dettare tali sacrifici, si deve concordare sul fatto che ci è voluto molto tempo per essere ascoltati.

È alla luce delle fiamme dei loro castelli in fiamme che hanno scoperto quella grandezza del cuore che rinuncia al privilegio di tenere in ferro gli uomini che hanno preso le armi per riguadagnare la libertà!

Alla vista della tortura di predatori, truffatori, sostenitori della tirannia, cedono generosamente le decime signorili e non chiedono nulla a questi sfortunati che hanno a malapena abbastanza per vivere! "