John Adams sulla necessità di un Congresso bicamerale (1776)

In un saggio del 1776 di John Adams titolato Pensieri sul governo, Adams ha sostenuto la causa di un Congresso bicamerale – cioè un'assemblea composta da due camere separate:

“Poiché il buon governo è un impero di leggi, come devono essere fatte le tue leggi? In una grande società, che abita un vasto paese, è impossibile che l'intera [popolazione] si riunisca per fare leggi. Il primo passo necessario, quindi, è delegare il potere [delegato] dai molti ad alcuni dei più saggi e buoni. Ma con quali regole sceglierai i tuoi rappresentanti? ...

Ottenendo una rappresentanza del popolo in un'unica assemblea, sorge una domanda: se tutti i poteri di governo, legislativo, esecutivo e giudiziario debbano essere lasciati in questo organo. Penso che un popolo non possa essere a lungo libero, né mai felice [se il suo] governo è riunito in un'unica assemblea. Le mie ragioni per questa opinione sono le seguenti:

1. Una sola assemblea è soggetta a tutti i vizi, le follie e le fragilità di un individuo; soggetto a scatti d'umorismo, sussulti di passione, voli di entusiasmo, parzialità o pregiudizi, e conseguentemente produttivo di risultati affrettati e giudizi assurdi. E tutti questi errori dovrebbero essere corretti… da qualche potere di controllo.

2. Una singola assemblea è suscettibile di essere avida [avida] e col tempo non si scrupolerà per esentarsi dagli oneri, che porrà, senza riserve, sui suoi componenti.

3. Una singola assemblea tende a diventare ambiziosa, e dopo un po 'di tempo non esiterà a votare se stessa perpetua [continuando a tempo indeterminato] ...

4. Un'assemblea rappresentativa, sebbene estremamente qualificata e assolutamente necessaria come ramo del legislativo, non è in grado di esercitare il potere esecutivo, per mancanza di due proprietà essenziali: la segretezza e la spedizione.

5. Un'assemblea rappresentativa è ancora meno qualificata per il potere giudiziario, perché troppo numerosa, troppo lenta e troppo poco esperta nelle leggi.

6. Perché una singola assemblea, posseduta da tutti i poteri del governo, avrebbe emanato leggi arbitrarie per i propri interessi, avrebbe eseguito tutte le leggi arbitrariamente per i propri interessi e avrebbe giudicato tutte le controversie a proprio favore.

L'assemblea rappresentativa elegga mediante votazione, tra di loro o tra i loro elettori, o tra entrambi, un'assemblea distinta che, per ragioni di chiarezza, chiameremo consiglio. Può essere composto da qualsiasi numero si voglia, diciamo venti o trenta, e dovrebbe avere un esercizio libero e indipendente del suo giudizio – e una voce negativa nella legislatura. Questi due organi [dovrebbero essere] resi parte integrante del potere legislativo”.