Intorno al 1051 scrive Damiani Liber Gomorrhianus o il "Libro di Gomorra", in effetti un appello aperto a Papa Leone IX affinché facesse qualcosa contro la licenziosità e il comportamento pervertito tra i membri del clero. Di particolare preoccupazione per Damiani erano i maltrattamenti sessuali sui ragazzi da parte di alcuni monaci e preti. In questo estratto chiede pene severe per i trasgressori:
“Un chierico o un monaco che seduce giovani o giovani ragazzi o viene trovato a baciarsi ... deve essere frustato pubblicamente e perdere la tonsura. Quando i suoi capelli saranno stati rasati, la sua faccia sarà imbrattata di saliva e sarà legato con catene di ferro per sei mesi ... "
Inoltre:
“Non si assocerà mai più ai giovani in conversazioni private né nel dare loro consigli. [E gli sia] negato il pane ma nutrito solo con orzo, poiché chi si comporta come un cavallo e un mulo [non deve] mangiare il cibo degli uomini”.
Liber Gomorrhianus suscitò scalpore fino al 1062 circa, quando il manoscritto originale fu "preso in prestito" da Damiani da papa Alessandro II, che lo rinchiuse e si rifiutò di restituirlo.
Fonte: Pietro Damiani, Liber Gomorrhianus, 1051 circa. Il contenuto di questa pagina è © Alpha History 2019-23. Il contenuto non può essere ripubblicato senza il nostro esplicito consenso. Per maggiori informazioni vi invitiamo a consultare la ns Condizioni d'uso or contatta Alpha History.